I luoghi e le tradizioni
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agosto
ALTARE DELLE SANTE
Opera del XIX secolo. Primo altare a destra della navata.
Altare: In marmo chiaro, scandito da quattro grosse mensole ad orecchio, modanate, collocate sugli spigoli del paliotto. Al centro di quest’ultimo, in una cripta, è collocata l’immagine di Maria Bambina, sistemata in una culla e ricoperta da un prezioso tessuto. Sopra la mensa, inserito nel corpo costituito dal grado e dal sottogrado, un tabernacolo in marmo chiaro, le cui forme classiche sono rigorosamente evidenti.
Pala: si tratta di una struttura architettonica in legno e dalle forme
neoclassiche, definita da basamento, arcate, lesene di colonna ed architrave,
divisa in due registri: uno inferiore con tre nicchie di cui la centrale
più ampia, ed uno superiore, quasi cimasa dell’apparato
sottostante, di ridotte dimensioni e con un incava rettangolare. Nelle
nicchie sono disposte, da sinistra a destra, le statue di Santa Teresa
del Bambin Gesù, della Madonna del Carmine (già nella
pala dell’altare ad essa dedicato nel 1756), di Santa Anna. Nella
cavità rettangolare è collocato un piccolo busto, di squisita
fattura, raffigurante il Cristo in Pietà.
La linearità dell’opera è stemperata, quasi annullata,
dalla soasa (da “soaza”, termini bresciano che indica la
cornice) barocca nella quale è inserita: un manufatto in legno
dipinto avorio ed oro costituito da un insieme ritmico di racemi ad
andamento curvilineo, uguale e contrario, punteggiato da tre puttini
disposti su uno schema simmetrico triangolare e da due testine d’angelo
situate ai lati dell’incavatura contenente il busto di Cristo.
ALTARE DI SAN GAETANO
Opera del XVIII secolo. Secondo altare a destra della navata.
Altare: Mensa in marmo chiaro. Grado e sottogrado in legno dipinto. Tabernacolo mancante. Paliotto arricchito agli spigoli da robuste mensole a tutta altezza, modanate ad orecchio. L’area centrale è abbellita da un prezioso intarsio marmoreo ottenuto con colorazioni tendenti al marroncino. Dentro una cornice, mossa ma regolare, sono presenti volute e fiori disposti simmetricamente attorno all’immagine di San Gaetano, racchiusa entro un’altra cornice. Al centro della predella è incisa una scritta in latino, un po’ consunta, dalla quale si evince che questo altare venne eretto nel 1756 dai reggenti di contrada con legato Seneci. Ad ogni buon conto, vista una certa difficoltà nel completare la decifrazione, riportiamo quanto si legge nell’iscrizione: S. SEBNI PRAE SES. HOC ALT. MARM. EXLEG. R. DCI. SENECI P. MDCCLVI.
Pala: la tela è opera di Lionisini Rizardo. La composizione figurativa è strutturata lungo una linea obliqua e rappresenta San Gaetano in atto di ricevere tra le braccia il Bambin Gesù, che gli viene porto da Maria. Un vescovo, che fa capolino tra le nuvole in cielo, così come alcuni angioletti, assiste all’avvenimento. Con tutta probabilità si tratta del vescovo Gian Paolo Carafa, che aiutò Gaetano a fondare la Compagnia dei Teatini. Ai piedi del Santo è depositato il libro della regola; accanto, un angioletto regge il giglio della purezza. La soasa in legno dorato che circonda l’opera è massiccia, “piena” degli arzigogoli barocchi, sia naturalistici sia figurativi.
Sara Atzori, Laura Cominotti, Antonietta D’Annunzio, Sara Ghisolfi, Federica Moretti