I luoghi e le tradizioni
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maggio
DESCRIZIONE INTERNO
L’edifico ha pianta a croce latina, anche se poco accentuata, una navata unica con quattro cappelle laterali, un transetto asimmetrico ed un profondo presbiterio che si conclude a testata piatta. Esternamente l’impostazione cruciforme non è percepibile a causa della presenza, ai lati del presbitero, della sagrestia e della stanza di servizio alla quale è incorporato il campanile.
L’interno è illuminato da sei finestre (cinque semplicemente
vetrate ed una istoriata) poste nella parte alta, sopra il cornicione:
quattro in corrispondenza delle cappelle laterali e due in corrispondenza
dei portali d’ingresso. La pavimentazione è costituita
da piastrelle in graniglia di marmo, 30X30, disposte diagonalmente.
Queste hanno una decorazione geometrica che si concretizza nell’accorpamento
di quattro moduli.
Sulle pareti e sulle volte le superfici libere sono minime; quasi tutto
è ricoperto di affreschi e di stucchi. Sono presenti due balaustre,
in cocciopesto e stucco lucido decorato a fresco, ed una serie di lesene,
in stucco tipo “marmorino”.
La navata, che si percepisce più chiaramente dall’ingresso
su via Veneto, presenta quattro cappelle laterali poco profonde, divise
tra di loro da un muro ornato da una lesena centrale, distaccate dalla
controfacciata e dall’innesto del transetto tramite superfici
murarie più ampie che sono abbellite da due lesene angolari.
In fondo alla parete destra, sul muro dopo la seconda cappella, rompe
l’uniformità compositiva un pulpito in legno. Sul muro
terminale di sinistra è inserita la lapide marmorea dedicata
al sacerdote Battista Bossini, il “Beat Curadì”.
Il vano è coperto da tre arcate a tutto sesto, rispondenti ai
differenti spessori murari tra le cappelle, che intervallano due volte
a vela rettangolari in corrispondenza delle cappelle stesse. Il raccordo
decorativo tra la struttura portante e quella portata è interrotto
da uno spesso cornicione che corre lungo tutto il perimetro della chiesa
e che si interrompe sul muro di fondo del presbiterio. Nelle lunette
risultanti, al di sotto dalle volte a vela, si aprono quattro finestroni
semplicemente vetrati.
Nella controfacciata si può ammirare un imponente affresco rappresentante
una “Ultima cena”, opera del pittore Gino Cacalleri, figlio
di Giovanni. Sopra il cornicione che la sovrasta, in asse con il portale
d’ingresso, si trova un bel finestrone istoriato e, ai lati di
quest’ultimo, due affreschi dove si ravvisano le immagini delle
Virtù teologali.
Nel braccio breve del transetto, verso sud, c’è l’antico
ingresso da via Mazzini. In basso, ai lati dell’atrio del portale,
trovano posto due nicchie di modeste dimensioni, protette da vetro e
contenenti statue; a destra San Giuseppe no Gesù Bambino in braccio
e a sinistra San Antonio, anch’esso col Bambino, che offre un
pane ad un bimbo povero. Secondo testimonianze verbali, in tempi lontani
al posto di queste nicchie si aprivano due ingressi minori. Il muro
verso il presbiterio è interrotto da un vano rientrante, un tempo
utilizzato come fonte battesimale, che da poco ospita una statua della
Vergine di squisita fattura, recentemente restaurata. Sul muro opposto
c’è uno spazio incavato, chiuso da porta in legno, in passato
utilizzato per conservare i catafalchi da impiegare durante gli uffici
funebri.
In alto è collocata una cantoria lignea che occupa tutta l’area
del braccio del transetto e che ospita un bellissimo organo. Nella parte
terminale, ai lati del finestrone sopra il portale, le immagini relative
alle Virtù cardinali.
La parte di transetto verso nord è sfondata. Al centro della
grande e profonda cappella dedicata alla Beata Vergine di Lourdes, ma
ha le stesse dimensioni del braccio opposto.
Sul muro orientale possiamo notare la porta che conduce al pulpito ed
un affresco ad essa sovrastante (il cui deterioramento dovuto ad efflorescenze
saline non permette un’indagine certa sugli attributi iconografici)
raffigurante, probabilmente, San Filippo Neri. Sul muro occidentale
c’è un andito che in origine servì da accesso al
vano dove erano situate le corde delle campane, e che in seguito, chiusa
la torre campanaria al piano terra e creato un nuovo accesso al piano
superore, venne utilizzato come confessionale maschile. Sopra l’arcata
un affresco raffigura San Luigi Gonzaga. Il transetto è coperto
con volte a botte nelle parti estreme, mentre nelle zona centrale quattro
trombe coniche, ornate da stucchi, raccordano il passaggio tra l’estensione
rettangolare sottostante ed il cerchio che fa da base ad una calotta
sferica splendidamente decorata.
Una balaustrata curva, posta su due gradini, interrompe l’area
laicale. L’arco trionfale che la sovrasta è riccamente
ornato. Ai suoi lati sono appese due tele provenienti dalla Disciplina
un tempo esistente su via Roma: a destra si osserva il quadro raffigurante
il Viatico, a sinistra San Luigi che riceve l’Eucarestia da San
Carlo Borromeo. Sulla parete destra c’è un quadretto di
modeste dimensioni rappresentante l’origine della festa dei “molete”;
una tempera su carta segnata P. Frugoni 1898, donata dagli operai di
Lumezzane San Sebastiano al Santuario delle Conche, comune di Nave.
In tempi successivi, per intercorse questioni tra i due paesi, l’opera
è stata riportata a Lumezzane. All’inizio dell’area
presbiterale, due aperture simmetriche conducono ad un ripostiglio ingloba
una parte della torre campanaria ed una rampa di scale, posta sul fondo,
che conduce al campanile. La sagrestia comunica all’esterno, sul
lato occidentale, con un cortile sopraelevato dal quale si raggiungeva
la canonica. Dal medesimo cortile, tramite scala a pioli, si può
arrivare ad una porta collocata nella parte alta del muro esterno della
sagrestia. E’ questo l’unico accesso alla cantoria interna
alla chiesa.
Enrico Baronio-Elisabetta Bonomini-Antonietta D’Annunzio-Marco Palladino-Alessia Saleri